ALLA SCOPERTA DEI SEGNI DELLA NATURA di Vincenzo Teodori

Introduzione alla lettura


Alla scoperta dei segni della natura è la cronaca di una perlustrazione in quota sulle tracce dei lupi. L’autore è un agente forestale in missione sui monti della Meta. E’ inverno. Nelle frasi semplici e concise risuonano anima e paesaggio, bellezza e silenzio. Quando il vento si alza e comincia ad annuvolarsi subentra lo sgomento. Nebbia e oscurità incombono. La cronaca muta in monologo interiore e fiorisce di riflessioni strutturalmente complesse. Tra speranza e spavento, la natura può mutare da “madre” a “matrigna”, ma continua a guidare, chi sa leggerne i segni, alla rivelazione del suo Architetto. La natura è la “perla della Creazione”, segno della generosità di Dio di cui l’uomo deve farsi custode.


Ormai imperanti nei tempi correnti, il relativismo e il paradigma tecnologico rendono tali riflessioni tutt’altro che pacifiche.1 La nostra è un’epoca in cui la cieca fiducia nei confronti della tecnologia e del progresso scientifico mirano a “possedere” le risorse naturali, inquadrando la natura come mero oggetto speculativo. L’autore crede, invece, in un’armonia esistente tra tecnologia e lavoro, tra profitto e bene comune, fra uso e salvaguardia delle risorse naturali, che può realizzarsi solo, come frutto del “comandamento nuovo”…
Avvolto dalla nebbia e dall’oscurità, ritroverà il sentiero, aiutato (a suo dire) dalla Provvidenza, proprio quando stavano per partire i soccorsi. “… pensavo tra me che il mio Soccorso l’avevo già avuto…”. Di quale Soccorso (con la s maiuscola) parla allora l’autore? A salvarlo saranno chiaramente le indiscusse abilità nell’esercizio della propria professione, la propria perizia, il sapiente uso della tecnologia a propria disposizione. Ma se la Provvidenza non fosse il miracolo di un momento? Se fosse invece “il frutto di una relazione stabile, un disegno preciso che parte da lontano?”
“La mia vita professionale è finalizzata alla salvaguardia delle bellezze naturali. Ogni elemento della natura interpella il mio cammino di fede”.
La firma è quella del compianto Enzo Teodori. Laico, missionario, membro della commissione laici associati al Capitolo generale dell’Ordine del 2004. Il lavoro come agente forestale nel Parco Nazionale d’Abruzzo asseconda la sua natura contemplativa favorendo una proficua produzione di scritti, tuttora inedita, che si richiamano alla spiritualità oblata di Maria Immacolata. In un tempo in cui le tematiche ambientali non godevano ancora di vasto consenso o di ampia attenzione mediatica, Enzo Teodori meditava sulle relazioni di interdipendenza tra uomo e natura, collocandosi tra gli antesignani di Giustizia, Pace e Integrità del Creato. Alla luce dell’enciclica Laudato si’, il racconto-riflessione di Enzo reitera oggi l’invito a riconsiderare il nostro approccio dinanzi al silenzioso grido della Terra.


Michele Palumbo

1 Cfr. Laudato Si’ cap III, par II, 106

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *