Mondi riemersi

Questi anni di esperienza ci hanno insegnato che, per conoscere una cultura diversa dalla propria, è necessario esporsi al rischio di intraprendere un “viaggio”: lasciare la propria terra di origine per giungere alla terra dell’altro, o almeno alla sua soglia. La condivisione con un’altra cultura inizia quando tutti prendiamo coscienza di essere come stranieri, senza che nessuno pretenda di essere l’unico “padrone di casa”.

Anche le urgenze del territorio in cui viviamo, caratterizzato da massiccia immigrazione, ci hanno spinto a proporre un’esperienza positiva di incontri multiculturali. La scoperta e l’apprezzamento dei valori degli altri popoli può portare alla maturazione di un clima di dialogo tra religioni, culture, abitudini diverse in vista della costruzione di un mondo più umano e solidale.

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107ma GIORNATA MONDIALE DEL MIGRANTE E DEL RIFUGIATO 26/09/2021

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO

Cari fratelli e sorelle!

Nella Lettera Enciclica Fratelli tutti ho espresso una preoccupazione e un desiderio, che ancora occupano un posto importante nel mio cuore: «Passata la crisi sanitaria, la peggiore reazione sarebbe quella di cadere ancora di più in un febbrile consumismo e in nuove forme di auto-protezione egoistica. Voglia il Cielo che alla fine non ci siano più “gli altri”, ma solo un “noi”» (n. 35).

Per questo ho pensato di dedicare il messaggio per la 107a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato a questo tema: “Verso un noi sempre più grande”, volendo così indicare un chiaro orizzonte per il nostro comune cammino in questo mondo.

Messaggio per la 107ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2021 | Francesco (vatican.va)

“Verso un noi sempre più grande” di p.Stefano Messina omi (incaricato JPIC del settore italiano)

Questo è il tema che papa Francesco ha scelto per la prossima giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato del 26 settembre 2021.

Come Provincia Mediterranea OMI mi ritrovo in piena sintonia con l’invito di p.Jean-Hérick Jasmin, OMI, nostro Direttore Generale JPIC, per collaborare in rete. Papa Francesco ci spinge ad abbracciare una nuova identità comune, che sia quella di un “noi” inclusivo, nel rispetto delle reciproche differenze. Come famiglia oblata ci impegniamo perciò a costruire e custodire la fraternità universale, che è un’opera progressiva che fa convergere tutte le periferie del mondo verso un unico piano di reciproca appartenenza.

OMI-JPIC General Service as Implementation of Justice and Charity: How can we work together? | OMI World

FONDAZIONE MIGRANTES – COMUNICATO STAMPA

La Fondazione Migrantes esprime dolore e sdegno per l’ennesima strage – circa 130 persone, fra cui donne e bambini – avvenuta nel Mediterraneo, nel canale di Sicilia.
Che questa ennesima tragedia provochi in noi un sussulto di umanità e d’impegno a creare canali legali e sicuri di ingresso, come già auspicato dal Global Compact del dicembre 2019 voluto dalle Nazioni Unite.

Fondazione CSER

Comunicato Stampa

Un portale nuovo per conoscere, raccontare e accompagnare le migrazioni

La Fondazione CSER è felice di comunicare che da lunedì 26 aprile 2021 è online il nuovo sito web, un “luogo” per incontrare il fenomeno della mobilità umana con nuove e stimolanti occasioni di approfondimento.

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COVID-19 UNA QUESTIONE ECONOMICA – DALLA GLOBALIZZAZIONE ALLA LOCALIZZAZIONE

Sintesi dell’articolo del gesuita coreano Cho Hyun Chul con alcune riflessioni

di padre Alberto Gnemmi, omi

  • Premessa

L’articolo è incentrato sul post Covid-19.

Sviluppo del tema: la pandemia in atto ha a che fare con la distruzione dell’ecosistema. Di tale distruzione la responsabilità maggiore va imputata all’economia globalizzata che altro non è che uno dei prodotti più nefasti della globalizzazione. Per salvare l’ecosistema, ossia la creazione, dunque la natura e la stessa vita dell’umanità, bisogna fare retromarcia sulla globalizzazione e spostare l’asse sulla localizzazione, mettendo al centro l’economia locale.

La Chiesa deve essere profetica nel denunciare il dramma dell’economia globalizzata e ha la responsabilità di schierarsi a favore dell’autolimitazione nell’utilizzo di risorse del pianeta da parte dell’uomo (decrescita felice?).

Carta di Siena (21/11/2013) – p. Stefano Messina omi

«Siena, tutto sommato, resta una realtà benestante, anche qui gli effetti della pandemia hanno colpito, ma le sue risorse e la sua capacità di reagire possono farne un punto di riferimento per realtà più difficili, nonché un modello per l’accoglienza dei migranti » . E’ con questo auspicio che il cardinale augusto Paolo Lojudice, vescovo di Siena- Colle Val d’Elsa-Montalcino, ha presentato, a fine gennaio 2021, il dossier Caritas sulla povertà nell’anno del Covid.

Questo invito rende nuovamente attuale la “Carta di Siena” (21/11/2013) che affronta l’approccio all’immigrazione tanto a partire dai primi contatti culturali, proponendo la necessità di pianificare una promozione umana e civile delle stesse unicità identitarie linguistiche, quanto ponendo senza mezzi termini l’accento sulla necessità di abolire il “reato di clandestinità” e di affrontare la questione della cittadinanza e dei diritti politici.

Immigrazione: da Siena una «Carta» per uscire dall’emergenza – YouTube

Chiesa e Istituzioni civili per una Città dell’integrazione: la Carta di Siena – Fondazione Migrantes

DIALOGO ISLAMO-CRISTIANO – p. Giancarlo Todesco omi

Parlare di giustizia e pace e promozione dei diritti fra tutti i popoli non può non includere la testimonianza e il dialogo fra le religioni, che secondo il credo di ognuna sono impegnate a raggiungere un comune fine: il rispetto del diritto alla vita, alla giustizia, alla libertà, alla fraternità, ad una società basata su sani principi e valori. Vorrei soffermarmi, in particolare, al dialogo con i musulmani avendo vissuto la maggior parte della mia vita missionaria in paesi dove la stragrande popolazione era musulmana. In Senegal i musulmani ricoprono la maggioranza della popolazione ed esattamente il 90% e come, allora, non tenerne conto del nostro impegno come testimonianza di vita? Sin dal primo giorno in cui venni a contatto con questa religione fui impressionato dal senso della presenza di Dio nella loro vita.

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50 ANNI DI VITA MISSIONARIA CON I POVERI – p. Giancarlo Todesco omi

Sono trascorsi cinquant’anni dal giorno in cui lasciai l’Italia per immergermi nell’avventura del lavoro missionario nei Paesi del Terzo Mondo. Dal giorno di questa mia scelta entrando nella Congregazione dei Missionari Oblati di Maria Immacolata ho nutrito nel mio cuore il forte desiderio di dedicare tutto me stesso ai poveri come dono della mia vita a Dio, forte del carisma del mio Santo Fondatore Eugenio De Mazenod: “Mi ha mandato ad evangelizzare i poveri”.