Messaggio per la 14ª Giornata Nazionale per la Custodia del Creato – 1° settembre 2019

“Quante sono le tue opere, Signore” (Sal. 104, 24)
Coltivare la biodiversità
Imparare a guardare alla biodiversità, per prendercene cura: è uno dei richiami dell’Enciclica Laudato Si’ di papa Francesco. Esso risuona con particolare forza nel documento preparatorio per il Sinodo che nell’ottobre del 2019 sarà dedicato all’Amazzonia, una regione che è “un polmone del pianeta e uno dei luoghi in cui si trova la maggior diversità nel mondo” (“Amazzonia: nuovi cammini per la Chiesa e per un’Ecologia Integrale”, n.9).
La Giornata per la Custodia del Creato è allora quest’anno per la Chiesa italiana un’occasione per conoscere e comprendere quella realtà fragile e preziosa della biodiversità, di cui anche la nostra terra è così ricca. Proprio il territorio italiano, infatti, è caratterizzato da una varietà di organismi e di specie viventi acquatici e terrestri, a disegnare ecosistemi che si estendono dagli splendidi boschi delle Alpi – le montagne più alte d’Europa – fino al calore del Mediterraneo.

Integrità della Creazione, Interculturalità e Dialogo Interreligioso – da INFORMATION OMI N. 599 di Marzo/Aprile 2020

Il Comitato Generale della Missione e il Servizio Generale del JPIC hanno
concluso la riunione congiunta di cinque giorni, con dei progetti di risorse per
l’animazione missionaria su tre aree: integrità della creazione, interculturalità e
dialogo interreligioso. Rispondevano così al mandato conferito dal Capitolo
Generale del 2016 per assistere nell’animazione della Congregazione. Le loro
proposte saranno ora presentate al Superiore Generale e al Consiglio per gli
orientamenti futuri.


Cinque anni dopo l’uscita di “Laudato Si”, la consapevolezza che sono i poveri a
sopportare il peso degli effetti del cambiamento climatico, ha fatto della
preoccupazione per un’ecologia integrale, una questione davvero critica. La
questione ambientale è quindi indissolubilmente anche una questione sociale. La
responsabilità di lavorare con tutti i settori per andare verso un’ecologia e
un’economia più sostenibili pesa particolarmente su noi missionari dei poveri.


L’interculturalità chiama alla conversione le nostre comunità apostoliche per
rispondere alla crescente divisione, al razzismo, all’esclusione e all’individualismo,
in vigore nel mondo di oggi. Durante la riunione congiunta, i partecipanti hanno
riconosciuto il ruolo inestimabile che la formazione iniziale e continua svolge
nell’assicurare che gli Oblati scelgano l’interculturalità come stile di vita e come
modo di svolgere la missione.

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Papa Francesco – Ai Partecipanti all’Incontro delle Comunità Laudato si’- Aula Paolo VI Sabato, 12 settembre 2020

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Vi do il benvenuto, e salutando voi desidero raggiungere tutti i membri delle Comunità Laudato si’ in Italia e nel mondo. Ringrazio il Signor Carlo Pertini nella mia lingua paterna, non materna: “Carlìn”. Avete posto come centro propulsore di ogni vostra iniziativa l’ecologia integrale proposta dall’Enciclica Laudato si’. Integrale, perché tutti siamo creature e tutto nel creato è in relazione, tutto è correlato. Anzi, oserei dire, tutto è armonico. Anche la pandemia lo ha dimostrato: la salute dell’uomo non può prescindere da quella dell’ambiente in cui vive. È poi evidente che i cambiamenti climatici non stravolgono solo gli equilibri della natura, ma provocano povertà e fame, colpiscono i più vulnerabili e a volte li obbligano a lasciare la loro terra. L’incuria del creato e le ingiustizie sociali si influenzano a vicenda: si può dire che non c’è ecologia senza equità e non c’è equità senza ecologia.

Voi siete motivati a prendervi cura degli ultimi e del creato, insieme, e volete farlo sull’esempio di San Francesco d’Assisi, con mitezza e laboriosità. Vi ringrazio per questo, e rinnovo l’appello a impegnarsi per salvaguardare la nostra casa comune. È un compito che riguarda tutti, specialmente i responsabili delle nazioni e delle attività produttive. Serve la volontà reale di affrontare alla radice le cause degli sconvolgimenti climatici in atto. Non bastano impegni generici – parole, parole… – e non si può guardare solo al consenso immediato dei propri elettori o finanziatori. Occorre guardare lontano, altrimenti la storia non perdonerà. Serve lavorare oggi per il domani di tutti. I giovani e i poveri ce ne chiederanno conto. È la nostra sfida. Prendo una frase del teologo martire Dietrich Bonhoeffer: la nostra sfida, oggi, non è “come ce la caviamo”, come noi usciamo da questa realtà; la nostra sfida vera è “come potrà essere la vita della prossima generazione”: dobbiamo pensare a questo!

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Messaggio del Santo Padre Francesco ai partecipanti al meeting organizzato dal Movimento dei Focolari “Nuove vie verso l’ecologia integrale: a cinque anni dalla Laudato si’” – Castel Gandolfo, 23-25 ottobre 2020

Cari fratelli e sorelle!

Porgo un cordiale saluto a tutti coloro che prendono parte a questo Incontro internazionale che si svolge nell’ambito dell’anno speciale dedicato al quinto anniversario della Lettera Enciclica Laudato si’. Esprimo la mia gratitudine a EcoOne, l’iniziativa ecologica del Movimento dei Focolari, e ai rappresentanti del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e del Movimento Cattolico Mondiale per il Clima, che hanno collaborato per rendere possibile questo evento.

Il vostro Incontro, con il tema “Nuove vie verso l’ecologia integrale: a cinque anni dalla Laudato si’”, imposta una visione relazionale dell’umanità e della cura del nostro mondo a partire da diversi punti di vista: etico, scientifico, sociale e teologico. Nel ricordare la convinzione di Chiara Lubich che il mondo porta in sé un carisma di unità, confido che questa sua prospettiva possa guidare il vostro lavoro nel riconoscimento che «tutto è collegato» e che «si richiede una preoccupazione per l’ambiente unita al sincero amore per gli esseri umani e un costante impegno riguardo ai problemi della società» (Laudato si’, 91).

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Papa Francesco: l’abc della fratellanza di M. Michela Nicolais

Fratellanza come terapia. Come unico antidoto ad un mondo malato, e non solo di Covid. In attesa di “Fratelli tutti”, la terza enciclica di Papa Francesco che verrà firmata il 3 ottobre ad Assisi e diffusa il giorno seguente, ripercorriamo l’abc della virtù che Bergoglio raccomanda come via d’uscita dalla pandemia. E che ha fatto da sfondo alle sue ultime udienze del mercoledì, dedicate alla guarigione dalle “malattie sociali”.

FRATELLI TUTTI Una guida alla lettura di Antonio Spadaro

A otto anni dalla sua elezione, papa Francesco scrive una nuova Enciclica, che rappresenta il punto di confluenza di ampia parte del suo magistero (cfr Fratelli tutti, n. 5)[1]. La fratellanza è stata il primo tema al quale Francesco ha fatto riferimento dando inizio al suo Pontificato, quando ha chinato la testa davanti alla gente radunata in piazza San Pietro.


[1] Da qui in avanti quando ci si riferirà all’Enciclica, tra parentesi, verrà omesso il titolo e usato solo il numero di paragrafo. Cfr anche il volume Fratellanza, Roma, La Civiltà Cattolica, 2020, in www.laciviltacattolica.it/prodotto/fratellanza

LETTERA ENCICLICA FRATELLI TUTTI DEL SANTO PADRE FRANCESCO SULLA FRATERNITÀ E L’AMICIZIA SOCIALE

1. «Fratelli tutti»,[1] scriveva San Francesco d’Assisi per rivolgersi a tutti i fratelli e le sorelle e proporre loro una forma di vita dal sapore di Vangelo. Tra i suoi consigli voglio evidenziarne uno, nel quale invita a un amore che va al di là delle barriere della geografia e dello spazio. Qui egli dichiara beato colui che ama l’altro «quando fosse lontano da lui, quanto se fosse accanto a lui».[2] Con queste poche e semplici parole ha spiegato l’essenziale di una fraternità aperta, che permette di riconoscere, apprezzare e amare ogni persona al di là della vicinanza fisica, al di là del luogo del mondo dove è nata o dove abita.

2. Questo Santo dell’amore fraterno, della semplicità e della gioia, che mi ha ispirato a scrivere l’Enciclica Laudato si’, nuovamente mi motiva a dedicare questa nuova Enciclica alla fraternità e all’amicizia sociale. Infatti San Francesco, che si sentiva fratello del sole, del mare e del vento, sapeva di essere ancora più unito a quelli che erano della sua stessa carne. Dappertutto seminò pace e camminò accanto ai poveri, agli abbandonati, ai malati, agli scartati, agli ultimi.


[1] Ammonizioni, 6, 1: FF 155.

[2] Ibid., 25: FF 175.

IV GIORNATA MONDIALE DEI POVERI Domenica XXXIII del Tempo Ordinario – 15 novembre 2020

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO

“Tendi la tua mano al povero” (cfr Sir 7,32)

“Tendi la tua mano al povero” (cfr Sir 7,32). La sapienza antica ha posto queste
parole come un codice sacro da seguire nella vita. Esse risuonano oggi con tutta la
loro carica di significato per aiutare anche noi a concentrare lo sguardo
sull’essenziale e superare le barriere dell’indifferenza. La povertà assume sempre
volti diversi, che richiedono attenzione ad ogni condizione particolare: in ognuna di
queste possiamo incontrare il Signore Gesù, che ha rivelato di essere presente nei
suoi fratelli più deboli (cfr Mt 25,40).