“Verso un noi sempre più grande” di p.Stefano Messina omi (incaricato JPIC del settore italiano)

Questo è il tema che papa Francesco ha scelto per la prossima giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato del 26 settembre 2021.

Come Provincia Mediterranea OMI mi ritrovo in piena sintonia con l’invito di p.Jean-Hérick Jasmin, OMI, nostro Direttore Generale JPIC, per collaborare in rete. Papa Francesco ci spinge ad abbracciare una nuova identità comune, che sia quella di un “noi” inclusivo, nel rispetto delle reciproche differenze. Come famiglia oblata ci impegniamo perciò a costruire e custodire la fraternità universale, che è un’opera progressiva che fa convergere tutte le periferie del mondo verso un unico piano di reciproca appartenenza.

OMI-JPIC General Service as Implementation of Justice and Charity: How can we work together? | OMI World

FONDAZIONE MIGRANTES – COMUNICATO STAMPA

La Fondazione Migrantes esprime dolore e sdegno per l’ennesima strage – circa 130 persone, fra cui donne e bambini – avvenuta nel Mediterraneo, nel canale di Sicilia.
Che questa ennesima tragedia provochi in noi un sussulto di umanità e d’impegno a creare canali legali e sicuri di ingresso, come già auspicato dal Global Compact del dicembre 2019 voluto dalle Nazioni Unite.

Fondazione CSER

Comunicato Stampa

Un portale nuovo per conoscere, raccontare e accompagnare le migrazioni

La Fondazione CSER è felice di comunicare che da lunedì 26 aprile 2021 è online il nuovo sito web, un “luogo” per incontrare il fenomeno della mobilità umana con nuove e stimolanti occasioni di approfondimento.

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COVID-19 UNA QUESTIONE ECONOMICA – DALLA GLOBALIZZAZIONE ALLA LOCALIZZAZIONE

Sintesi dell’articolo del gesuita coreano Cho Hyun Chul con alcune riflessioni

di padre Alberto Gnemmi, omi

  • Premessa

L’articolo è incentrato sul post Covid-19.

Sviluppo del tema: la pandemia in atto ha a che fare con la distruzione dell’ecosistema. Di tale distruzione la responsabilità maggiore va imputata all’economia globalizzata che altro non è che uno dei prodotti più nefasti della globalizzazione. Per salvare l’ecosistema, ossia la creazione, dunque la natura e la stessa vita dell’umanità, bisogna fare retromarcia sulla globalizzazione e spostare l’asse sulla localizzazione, mettendo al centro l’economia locale.

La Chiesa deve essere profetica nel denunciare il dramma dell’economia globalizzata e ha la responsabilità di schierarsi a favore dell’autolimitazione nell’utilizzo di risorse del pianeta da parte dell’uomo (decrescita felice?).

ALLA SCOPERTA DEI SEGNI DELLA NATURA di Vincenzo Teodori

Introduzione alla lettura


Alla scoperta dei segni della natura è la cronaca di una perlustrazione in quota sulle tracce dei lupi. L’autore è un agente forestale in missione sui monti della Meta. E’ inverno. Nelle frasi semplici e concise risuonano anima e paesaggio, bellezza e silenzio. Quando il vento si alza e comincia ad annuvolarsi subentra lo sgomento. Nebbia e oscurità incombono. La cronaca muta in monologo interiore e fiorisce di riflessioni strutturalmente complesse. Tra speranza e spavento, la natura può mutare da “madre” a “matrigna”, ma continua a guidare, chi sa leggerne i segni, alla rivelazione del suo Architetto. La natura è la “perla della Creazione”, segno della generosità di Dio di cui l’uomo deve farsi custode.

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Carta di Siena (21/11/2013) – p. Stefano Messina omi

«Siena, tutto sommato, resta una realtà benestante, anche qui gli effetti della pandemia hanno colpito, ma le sue risorse e la sua capacità di reagire possono farne un punto di riferimento per realtà più difficili, nonché un modello per l’accoglienza dei migranti » . E’ con questo auspicio che il cardinale augusto Paolo Lojudice, vescovo di Siena- Colle Val d’Elsa-Montalcino, ha presentato, a fine gennaio 2021, il dossier Caritas sulla povertà nell’anno del Covid.

Questo invito rende nuovamente attuale la “Carta di Siena” (21/11/2013) che affronta l’approccio all’immigrazione tanto a partire dai primi contatti culturali, proponendo la necessità di pianificare una promozione umana e civile delle stesse unicità identitarie linguistiche, quanto ponendo senza mezzi termini l’accento sulla necessità di abolire il “reato di clandestinità” e di affrontare la questione della cittadinanza e dei diritti politici.

Immigrazione: da Siena una «Carta» per uscire dall’emergenza – YouTube

Chiesa e Istituzioni civili per una Città dell’integrazione: la Carta di Siena – Fondazione Migrantes

DIALOGO ISLAMO-CRISTIANO – p. Giancarlo Todesco omi

Parlare di giustizia e pace e promozione dei diritti fra tutti i popoli non può non includere la testimonianza e il dialogo fra le religioni, che secondo il credo di ognuna sono impegnate a raggiungere un comune fine: il rispetto del diritto alla vita, alla giustizia, alla libertà, alla fraternità, ad una società basata su sani principi e valori. Vorrei soffermarmi, in particolare, al dialogo con i musulmani avendo vissuto la maggior parte della mia vita missionaria in paesi dove la stragrande popolazione era musulmana. In Senegal i musulmani ricoprono la maggioranza della popolazione ed esattamente il 90% e come, allora, non tenerne conto del nostro impegno come testimonianza di vita? Sin dal primo giorno in cui venni a contatto con questa religione fui impressionato dal senso della presenza di Dio nella loro vita.

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50 ANNI DI VITA MISSIONARIA CON I POVERI – p. Giancarlo Todesco omi

Sono trascorsi cinquant’anni dal giorno in cui lasciai l’Italia per immergermi nell’avventura del lavoro missionario nei Paesi del Terzo Mondo. Dal giorno di questa mia scelta entrando nella Congregazione dei Missionari Oblati di Maria Immacolata ho nutrito nel mio cuore il forte desiderio di dedicare tutto me stesso ai poveri come dono della mia vita a Dio, forte del carisma del mio Santo Fondatore Eugenio De Mazenod: “Mi ha mandato ad evangelizzare i poveri”.

Papa Francesco nel mondo sciita. Mons. Coda (Sophia): “Una strategia di pace che non scarta nessuno” – di M. Chiara Biagioni (04/03/2021)

Il teologo Coda, con una ricca esperienza di dialogo con l’islam sciita: “Il Papa segue una ispirazione che mostra di avere due qualità: la prima è la strategia della pace
attraverso l’apertura gratuita e disarmata verso tutti che non ha di mira un tornaconto immediato, ma la testimonianza costruttiva del messaggio di fraternità che viene dal Vangelo. La seconda qualità è che questa strategia non scarta nessuno, apre tutte le porte. È vero che anche all’interno del mondo sciita ci sono sensibilità diverse. Se però tutte sono raggiunte dal messaggio di pace e fraternità del Papa, tutte possono essere sollecitate ad aprirsi a scenari di incontro e di costruzione di un mondo plasmato dalla fraternità universale”.